Poeta inglese. Studiò a Oxford e a
Cambridge (1493), divenendo poi famoso come umanista e grammatico latino.
Protetto dalla contessa di Richmond, madre di Enrico VII, divenne precettore di
Enrico VIII fino al 1500; nel 1498 fu ordinato prete e nel 1504 divenne rettore
del suo beneficio di Diss. Il suo spirito arguto e la sua pungente carica
satirica gli provocarono nemici che lo costrinsero a ritirarsi nell'abbazia di
Westminster, dove rimase fino alla morte. La sua opera, in gran parte perduta,
si compone di poemetti, opere allegoriche, ballate e opere drammatiche che lo
stesso
S. elencò nel suo
Garlande of laurell in linguaggio
aulico e
rhyme royal (stanze di sette pentametri giambici). Tra gli
scritti da noi conosciuti ricordiamo:
La bisaccia della corte (1509),
satira contro la corte e i suoi vizi;
Colyn Cloute (1519), carme satirico
violento diretto contro il clero e in particolare contro l'ex amico cardinale
Wolsey;
Le botti di Elinoure Rummynge, descrizione di donne ubriache in
una taverna;
Il libro del passero di Phyllyp (1503-07), imitazione della
poesia di Catullo sul passero di Lesbia;
Parla,
pappagallo, un
poemetto satirico;
Skelton poeta laureato contro gli Scozzesi, ballata
contro gli Scozzesi scritta in onore della vittoria di Flodden;
Magnificenza, l'unica delle tre opere drammatiche arrivate a noi,
splendido esempio di
morality play di stampo medioevale. L'apporto di
S. all'arte letteraria inglese fu importante soprattutto per l'uso della
lingua e in particolare del ritmo che egli rese perfettamente nei versi a lui
propri, da allora chiamati
skeltonici, formati da senari di varia
lunghezza, liberamente rimati con rime francesi o latine (Diss, Norfolk 1460
circa - Londra 1529).